«Ecco perché sono tornato a Palermo» A tutto Sagramola
La passione del presidente molto contagiosa. Poi - non è un mistero per nessuno - a Palermo sono sempre stato tanto bene: ho amici qui e anche una casa perché, anche se sono romano, ho sempre pensato a Palermo come una sede definitiva.
Quindi quando c’è stata la possibilità di poter lavorare a questo progetto, dal febbraio dello scorso anno, l’ho fatto con convinzione e passione. Non era facile, così come ha fatto anche il direttore Castagnini, ripartire dalla Serie D e mettersi in discussione là dove se vinci hai fatto il minimo sindacale, ma se le cose vanno male passi per il cretino di turno (sorride ndr). Però Palermo ha un fascino attrattivo difficile da resistere, al di là del rapporto che dura da anni tra me e lui di reciproca stima. Palermo è Palermo anche in Quarta Serie, basti vedere come molti mie colleghi si siano proposti più o meno direttamente. Per me è motivo di orgoglio e onore stare a Palermo anche in Serie D.
Continua il direttore Sagramola, ai nostri microfoni, parlando di cosa lo ha portato a sposare per la seconda volta i colori rosanero e del legame imperituro con la città di Palermo.
Come ha trovato la città di Palermo?
«Questi mesi di lavoro sono stati talmente intensi che onestamente credo di essere andato in centro due volte. Registro con grande piacere che qui a Mondello hanno ripristinato l’illuminazione, questo è un buon segnale (sorride ndr)».
ESCLUSIVO PALERMO, A TUTTO SAGRAMOLA (VIDEO)
Questa nuovo Palermo le ricorda la sua Lodigiani?
«Sono due cose molto diverse. Il Palermo ha un obbligo, ossia di risalire il prima possibile e arrivare campionati che più gli si addicono: possibilmente la Serie A. La Lodigiani aveva come fine di reclutare, addestrare e formare campioncini per il domani. Anche dal punto di vista sportivo ha dato anche soddisfazioni sul campo, senza mai retrocedere arrivando in C1 dai Dilettanti. Qui a Palermo devono venire giovani per dare un contributo importante, quindi pronti, come è accaduto durante questa stagione».
Continua.
«Non c’è dubbio che io abbia sensibilità particolare con i giovani, come anche il direttore Castagnini. Perché i giovani bravi ti danno più del calciatore di esperienza e sono più recettivi. Mi piace lavorare con i giovani, si possono anche vincere campionati (sorride ndr), o sei bravo o meno non conta la carta di identità».
In conclusione un pensiero ai tifosi.
«Mi auguro che i Palermitani continuino a dimostrare la loro civiltà nel rispettare queste dure misure per contrastare il Coronavirus. È stata una risposta di grande civiltà e consapevolezza: l’augurio è quello di uscire quanto prima da questa situazione con meno danni possibili, anche dal punto di vista economico.
Mentre ai tifosi del Palermo di vederci al più presto allo stadio per festeggiare se non questa promozione, per i motivi di restrizione, le future vittorie sporive».
Infine, chiudiamo con il sorriso. Amatriciana con pancetta o guanciale?
«Non sono un appassionato di amatriciana, ma dovrebbe essere il guanciale se non sbaglio (sorride ndr)».
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