Zenga senza freni: «Pastore sempre in campo. Zamparini sa»
L'ex allenatore del Palermo, oggi tecnico del Cagliari Walter Zenga ha parlato in diretta Instagram con Daniele Adani, opinionista e commentatore di SkySport.
Sulla ripresa del campionato, l'ex rosanero esprime preoccupazione:
“Noi pensiamo di giocare tra 40 giorni, ma se siamo ancora in una situazione del genere e non si gioca, siamo messi molto male: e parlo di vita, umanità. Vi ricordo che vorremmo giocare a inizio giugno, ci sono ancora 40 giorni di tempo: noi ci prepariamo ‘per’, no ‘al’. Abbiamo giocato l’ultima gara a febbraio, ci saranno poi delle direttive da seguire, non solo a livello sanitario ma anche di preparazione: quando si parla di ripresa non si intende domani, ma a inizio giugno, e ripeto, sono 40-45 giorni di ulteriore stop. In questi giorni ovviamente non sono stato a chiamare tutti i giorni i ragazzi, è intervenuto il preparatore atletico, con lo smart working dedicato a ognuno. Ho solo suggerito di palleggiare in casa senza rompere i vetri, altro che tappetini e pesi: si deve ottimizzare tutto".
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"Poi, quando riprenderemo - prosegue Zenga - dovremmo stare attenti ai carichi di lavoro, ci sono 13 partite davanti, e per alcune anche le Coppe, quindi non sarà una preparazione normale. La bravura di uno staff tecnico sarà quella di organizzare il lavoro anche a livello personale per ogni giocatore. Voglio però ricordare una cosa: se riprenderà, non sarà più il campionato di prima. Sarà la classifica di prima, ma il mini torneo sarà a parte. I ragazzi prima erano entrati in un impasse strano, con Maran avevano fatto un percorso straordinario, poi hanno avuto questa fase di stallo, e purtroppo, come sempre, paga il mister: ma la squadra ha grandissime qualità. E io non potevo considerare solo chi aveva giocato, ma anche coloro che avevano finora trovato meno spazio".
"La mia carriera? Io ho fatto un errore che mi è costato un po’ la carriera. A Catania, a 8 gare dalla fine mi salvai, e l’anno dopo, quando ne mancavano 7, ero già salvo, ci siamo messi a ragionare sul futuro: non ero d’accordo con le nuove direttive, e decisi di andare via. Mi cercavano Torino e Lazio, ma non se ne fece di nulla: sarei dovuto rimanere in rossazzurro, fare un altro anno di spessore e poi semmai andare via. Le scelte sbagliate a inizio carriera si pagano".
Capitolo Palermo: "Andai poi a Palermo da Zamparini, avevamo pure il problema di sostituire Liverani e Simplicio, che venne rimpiazzato da Pastore, investimento importantissimo da parte della società e quindi quasi sempre in campo, non si possono azzerare gli investimenti: lui si sa, ogni dieci giornate cambiava".
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