Il Palermo di Zamparini - La rinascita

Il Palermo di Zamparini - La rinascita

 

 

PARTE UNO: L'INIZIO DI TUTTO

 

È davvero difficile iniziare una storia come questa. Da un lato si potrebbe fare con un bel “C’era una volta…” che apre la mente verso un mondo magico, come la più bella delle favole. Dall’altro, però, le favole solitamente hanno un finale diverso. E allora si può iniziare presentando semplicemente il protagonista, senza formule, ma con l’inizio di quello che è stato il suo lungo viaggio durato ben sedici anni.


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Tutto parte da Pergine Valsugana, paese del medio Trentino dove nell’estate del 2002 andò in ritiro la squadra del Venezia. Da lì, un giorno di fine luglio, in 12 partirono direzione Longarone, un centinaio di chilometri più in là, verso il Veneto. 

Rossi, Bilica, Conteh, Modesto, Lai, Marasco, Morrone, Ongfiang, Soligo, Santana, Di Napoli e Pippo Maniero: tutti diretti verso il ritiro di un’altra squadra, la loro nuova squadra: il Palermo. Tutti per seguire lui, Maurizio Zamparini.

 

“Il ratto di Pergine”, lo chiamano. Almeno dalla parte dei veneziani che, dopo l’abbandono del loro presidente per una piazza più importante portandosi via la colonna portante della loro squadra, hanno lanciato una vera e propria maledizione contro tutta Palermo: “Vedrete, prima o poi scaricherà anche voi”. Quel Venezia vide nel 2005 il più triste epilogo per una squadra di calcio, ovvero il fallimento, mentre il Palermo…beh. Andiamo con calma.


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2002 quindi. Zamparini rileva il Palermo di Franco Sensi portandosi mezzo Venezia e il suo allenatore, Ezio Glerean. A settembre, come primo gesto da presidente, cambia nome allo stadio “La Favorita” per onorarlo alla memoria del più amato numero uno della storia rosanero, Renzo Barbera

 

Primo obiettivo dichiarato: la conquista della Serie A. Nel suo primo anno da presidente quella massima serie che nel capoluogo siciliano manca da trent’anni sfuma all’ultima giornata, nello scontro diretto contro il Lecce, rendendo vano il gran recupero di Nedo Sonetti una volta subentrato sulla panchina rosanero. 

 

Ah, per necessaria caratterizzazione del personaggio bisogna dire che Glerean durò solo una partita. Preludio a quello che si ripeterà costantemente, con gli allenatori, per i 16 anni a seguire.

 

L’estate successiva arrivano Luca Toni ed Eugenio Corini, a gennaio Fabio Grosso e i gemelli Filippini. Dopo l’inizio stentato di Silvio Baldini il timone della squadra lo prende Francesco Guidolin e il 29 maggio 2004, in un “Renzo Barbera” gremito e festante, il Palermo batte la Triestina e ritorna in paradiso. Zamparini viene elevato a uomo della provvidenza, colui che ha realizzato il sogno più grande dei tifosi rosanero da trent’anni a quella parte: il Palermo è di nuovo in Serie A

 

Ma il bello deve ancora arrivare. 

 

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