Un cannolo scomposto

Un cannolo scomposto


A una manciata di ore dal calcio d’inizio della sesta giornata, il Palermo è ultimo in classifica.
Zero vittorie e una X, sei gol subiti e uno solo realizzato con fatica dopo 356 minuti. Il peggior attacco di tutta la Serie C, insieme con la Fermana (che però ha giocato una partita in più).
Sono i numeri che fanno dei rosanero il fanalino di coda del proprio girone.

 

È a tutti gli effetti la narrazione di un inizio drammatico: poteva andare peggio solo se a Terni non si fosse consumato il doppio miracolo di Pelagotti e Accardi.
E passi il k.o. all’esordio stagionale, contro un Teramo che sta dimostrando di avere ambizioni ed attributi; passi pure il risultato negativo alla prima al “Barbera”, dove l’ospite, l’Avellino di Piero Braglia, non era dei più docili. E però, se anche a Bisceglie, contro una squadra sì concreta ma non irresistibile, approdata in Serie C con due settimane di ritardo rispetto ai rosa, il Palermo che domina il campo e si fa pericoloso nell’area avversaria dura 15 minuti, allora va preso atto senza tanti giri di parole che in seno alla squadra di Boscaglia c’è più di qualcosa che non va.

 

Non si può parlare di caduta, perché questo gruppo neonato non ha ancora provato il brivido di stare in piedi sulle proprie gambe. Sembra più un corpo immobile, supino, che si fa pedana, comoda, per il nemico che passa. Non si vede, nemmeno nascosta, l’ombra di una identità: se invece che rosa questi calciatori indossassero una maglia viola, verde, o gialla, non sarebbero comunque riconoscibili.
Perché c’è gruppo ma non c’è squadra. Come il puzzle mille pezzi che sulla scatola è disegnato, ma poi la apri e vallo a comporre; come un arredamento Ikea ma senza libretto d’istruzioni; come un cannolo… scomposto.

 

Le attenuanti c’erano, evidenti e indiscutibili, ma si stanno esaurendo.
La forma fisica? Ieri non si è corso meno del Bisceglie, si è corso peggio.
Il grado di conoscenza tra giocatori? Sembrano sconosciuti anche quelli che giocano insieme da un anno.
Avventurarsi poi su questioni tattiche è roba da… allenatori: lo saprà bene Boscaglia perché il centrocampo a 2 e non a 3, perché Floriano e Silipo fuori, eccetera eccetera.

 

Adesso arriva la Turris, tre vittorie ed un pareggio, 10 punti, in testa con Teramo e Bari. E tra il Palermo e il suo prossimo avversario, parimenti neopromosso, ci sono già 9 lunghezze. L’orgoglio e la fame di rivalsa non basteranno: adesso, finché non è troppo tardi, vanno tirati fuori gli attributi. E il primo dell’appello è, come in ogni gruppo di persone, il leader.


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