LIVE - PALERMO, MARINO SI PRESENTA
Di seguito le dichiarazioni del neo tecnico rosanero Pasquale Marino nella consueta conferenza stampa di presentazione presso lo stadio Renzo Barbera.
L'a.d. rosanero Roberto Bergamo dà il benvenuto al nuovo tecnico.
«Ringrazio il nostro nuovo mister per aver accettato l'incarico. Abbiamo lavorato giorno e notte per arrivare a ciò, ma siamo felici per la scelta. Dobbiamo dargli una mano».
La parola al direttore generale Fabrizio Lucchesi.
«Stamani si è concluso il tesseramento di Pasquale Marino. Dopo 3 giorni di tante parole. La logica che ci ha accompagnato era di un confronto programmatico, per capire se il tecnico avesse la capacità di sposare il nostro progetto sportivo. La mia soddisfazione è stata quando al rientro da Marsala, dove qualcuno ci ha beccato al ristorante, il mister non si è offeso quando gli ho detto che avrei dovuto pensarci qualche altra ora, perché è una scelta molto importante. Stamattina mi sono confrontato con i fratelli Tuttolomondo, a cui ho tramesso tutto l'entusiasmo venuto a galla dal confronto con Pasquale Marino, il suo orgoglio nel lavorare nella terra in cui è nato e ama. E' l'uomo giusto. Stamani abbiamo sottoscritto e formalizzato gli accordi. Da oggi iniziamo i lavori, per capire cosa fare, programmare il ritiro. Ci sono tante cose da fare. Grazie al business della nostra casa madre abbiamo la fortuna di poter contare su numerose e prestigiose soluzioni. Vedremo con il mister, ma un po' di vantaggio in questo senso ce lo abbiamo».
Si presenta Pasquale Marino.
«Grazie a tutti. Ringrazio per le belle parole di Lucchesi. Sono contento di aver ricevuto questa proposta. E' una grande occasione per un siciliano poter lavorare al Palermo. Sono orglioso. Tante responsabilità, perciò lavoreremo bene, con il supporto della Società per dare soddisfazione alla città, che lo merita».
Sul futuro.
«Bisogna creare una struttura che funzioni bene. Si deve cotruire, pianificare, con le dinamiche che impone il calcio. Bisogna essere bravi in questo, nel trovare le persone giuste, un gruppo di giocatori che possano dare soddifazioni alla città di Palermo. Le vittorie arrivano attraverso il gioco, non si può improvvisare. Le pedine saranno fondamentali.
Per ottenere risultati bisogna avere la Società giusta, sempre presente. E' importante il lavoro in questo periodo perché ci saranno tanti cambiamenti. Una città come Palermo merita una squadra competitiva. Bisogna aspettare, capire gli sviluppi delle altre squadra. Ho visto ciò che ha vissuto il Palermo in questi mesi e se degli imprenditori investono in questo progetto significa che hanno le idee chiare per portare la squadra dove merita. E' chiaro che le ambizioni ci sono».
Sul mercato.
«A Lucchesi ho fatto assaggiare il cous cous a Marsala (ride, ndr). Non è stato difficile, ognuno si gioca le sue carte per ottenere i risultati. Abbiamo parlato di quelli che devono essere i risultati. Sappiamo che c'è tanto lavoro da fare, perché molti giocatori sono in scadenza e andranno via. Bisogna cercare un mix di giovani e gente di categoria. Perché la maglia del Palermo in questa categoria pesa di più. Se si devono prendere giovani, che siano affermati. Ci dobbiamo impegnare al massimo per arrivare al ritiro con una rosa non dico completa, ma a buon punto».
Palermo nel destino.
«Sicuramente tante volte sono stato accostato al Palermo. Anche da calciatore, nell'anno in cui l'allenatore era Rosati, con De Biasi, De Vitis. Ricordo che all'epoca il presidente Parisi fu ucciso e saltò tutto. Da allenatore sono stato accostato diverse volte. Non si è mai concretizzato. Dopo tanta gavetta, eccomi qua. Ho conquistato tutto col lavoro, l'unico campionato che non ho vinto è la C1. Le esperienze che si fanno nella propria terra hanno un valore immenso. Amo la Sicilia, anche mia moglie è di Marsala ed è felice. Come prerogativa ho sempre cercato di arrivare al risultato attraverso il gioco e so che Palermo è una piazza che ama il bel calcio».
L'amministratore delegato Bergamo sul ripianamento dei debiti.
«L'azienda ha comunicato la capitalizzazione per il ripianamento dei debiti. Comunicheremo anche a voi, dopo agli organi di competenza. Oggi è una bella giornata, il lavoro non è semplice ma è importante. Adesso dobiamo ripensare a rimettere la squadra sui binari giusti».
Marino sulle partenze in rosa.
«I ruoli importanti stanno andando via ed è normale che debbano essere sostituiti bene. Se qualcuno verrà ceduto, sarà rimpiazzato adeguatamente. Questa proprietà ha un budget nel quale dobbiamo rientrare per fare un campionto competitivo. Se alcuni non avranno richiesta adeguate, rimarrano a Palermo. Lo valuteremo in seguito, quando inizieranno le trattative».
Sull'addio a La Spezia.
«A La Spezia non ho lasciato per il Palermo. Il primo approccio con Lucchesi è stato 3 giorni fa. Non volevo andar via per nessuna ragione al mondo da La Spezia, perché si è fatto un buon lavoro, si sono valorizzati giocatori che ora sono importanti. Poi, quando ho capito che non ci sono gli stessi obiettivi ho preferito chiudere prima, non rinnovare ed essere libero di accettare altre proposte. E' chiaro che più ci sono ambizioni, più ci sono rischi che ti danno stimoli maggiori. E' giusto giocarsi le proprie carte, se hai paura cambia mestiere. Una soddisfazione a La Spezia è stata che la Curva ha esposto lo striscione: Vi sosteniamo anche se perdiamo. Perché hanno visto sudore, umiltà, voglia di lottare su ogni pallone. Voglio fare questo: devi cercare di vincere tutte le partite con l'umiltà delle squadre che devono correre. Non si vincono le prtite solo perché hai la maglia del Palermo. Ci devi arrivare col cuore, con l'appartenenza, con altre qualità. Questo voglio trasmettere».
Sulla serie A.
«I tifosi marsalesi da sempre vengono a Palermo a vedere le partite. Figuriamoci adesso. Questa è un'opportunità che devo cercare di sfruttare al massimo. Sappiamo quant'è bella la Serie A, ritornarci sarebbe il massimo. Io come sempre devo conquistare le mie cose con le mia gambe».
Sullo staff
«In questa settimana vedremo».
Un messaggio ai tifosi
«Sappiamo che i tifosi hanno bisogno di vedere una squadra che lotta. La B sta stretta a questa città. Spero che arriveremo al punto di parlare solo di calcio».
Occasione.
«Quando mi ha chiamato il Palermo è subito scattata la molla. Perché è una grande città, piazza, normale che ci sia ambizione di migliorare. Ho sperato che la trattativa si chiudesse bene. Se è la scelta giusta? Lo dirà il tempo, per ora penso di sì. Ho deciso in maniera serena perché vedo che si può far bene. Tanti cambiamenti in organico ci saranno e sarà rinnovato. Dovremo ripartire e cercare gli uomini giusti. E' un lavoro importante».
Ambizione.
«L'ambizione deve coinvolgere anche i calciatori. L'ambizione è quella di fare una cavalcata importante e si trasmettere questa voglia ai ragazzi».
Rimpianti.
«Ho tanti rimpianti per tante scelte che ho fatto, come per esempio avere altri 2 anni all'Udinese e andar via. Per poi accettare sfide come Parma o Genoa. Poi non è arrivata l'occasione per tornare in A, tranne un tentativo di una squadra che mi ha chiesto di aspettare, l'anno scorso. Poi la voglia di lavorare mi ha portato a La Spezia».
Le parole di Luigi Conte.
«Sono grato alla proprietà e al direttore Lucchesi. Lascio il Monterosi FC. Avrò dedizione, passione e impegno. Mi rendo conto che questa è una realtà complessa. La passione ci guiderà. Questo dovrà essere il matra dell'attività che svolgerò qui. Cercherò di essere di supporto nella fase di organizzazione».
Marino sull'idea di gioco.
«L'idea di calcio è sempre la stessa: gioco propositivo, un allenatore deve essere bravo a districarsi bene in ogni condizione. Quando analizzaremo tutto l'organico, ma soprattuto quello che dicevo prima, dobbiamo capire la voglia di chi rimane se corrisponde alla mia: appartenenza, voglia, umiltà. Si deve lottare su ogni pallone. Non voglio che qualcuno faccia una cortesia a rimanere, voglio la voglia di rimanere. Sia chi arriva, sia chi resta, deve avere queste qualità. E' normale che uno gioca sempre per vincere, solo che a volte gli altri ci rubano l'idea (ride, ndr). Ho sempre detto che preferisco un 4-4 ad uno 0-0. Il calcio è emozione e l'emozione te la danno i gol che realizzi. E' importante giocare. Guardo gli avversari non per non farli giocare, ma per trovare i punti deboli. Nessun sistema di gioco è perfetto. Se ti copri la testa ti scopri i piedi, perciò devi capire gli spazi che offrono gli avversari. Quando perdi palla devi ricompattarti e pensare a come rubare subito palla. Io gioco con tanti attaccanti, ma questo non basta per essere offensivi. Il possesso palla è importante se non è fine a se stesso».
Modulo.
«Ritengo il 4-3-3 il modulo migliore pr coprire gli spazi, ma ho fatto il 3-4-3».
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