Un buon medico... per l'eutanasia

Un buon medico... per l'eutanasia

 

C’è davvero, davvero poco da dire. Il Palermo ricomincerà dalla Serie D. Basta proclami, basta false speranze, basta illusioni: le parole del presidente della Lega B Mauro Balata e di quello della FIGC Gabriele Gravina suonano come una sentenza ormai quasi definitiva, come una scure pronta a cascare sul collo di un “bandito”. Bandito perché, di fatto, Palermo intesa come piazza non ha fatto nulla per meritarsi questo: immaginate di trovarvi in una cittadina medievale, con un ladro di cavalli che fugge e le guardie del re che, per chiudere i conti, trovano un capro espiatorio. Metafora forzata, certo, ma più che mai calzante seppur con le giuste misure.

 

La famiglia Tuttolomondo è stata truffata? Forse sì, o forse no. Non fermiamoci a parlare dei se e dei ma, però, parliamo piuttosto di fatti: i fatti che sono sempre stati cari a questa società, che ha sempre detto di supportare le proprie parole con delle azioni. Per cui, limitiamoci a fare un elenco di cose che la società ha garantito di aver già fatto o di essere pronta a fare.



• Sono stati saldati dei debiti con dei piccoli creditori? Probabilmente sì, stando anche a quanto filtrato nelle scorse settimane.
• La fideiussione per l’iscrizione al campionato di Serie B è stata versata entro i tempi stabiliti dalla Lega Serie B? No.
• L’ultima trimestralità degli stipendi dei calciatori è stata saldata? No.



Che quest’ultima voce rappresenti una sorta di tutela per il gruppo Arkus, in realtà, conta poco: perché, di fatto, anche questo rappresenta uno di quei fattori che non permetterà, ripetiamo non permetterà, al Palermo di disputare il prossimo campionato di Serie B 2019/2020.

 

Quindi, per piacere: smettetela, smettiamola di alimentare speranze di un possibile futuro in B, o di un ancor più utopistico contentino in C che sarebbe probabilmente cosa ancor più improbabile - a meno che l’imprenditore di turno non rilevi il titolo sportivo di una squadra di terza serie e lo trasformi nel nuovo Palermo – in questo labirinto che, purtroppo, ha un’unica possibile uscita.

 

Per cui basta messaggi, basta controrisposte, basta torcere un coltello su una piaga già fatale e che porterà verso la scomparsa del calcio palermitano tra i professionisti, almeno per un anno. Sorgono alle mente le parole dell’ormai prossimo ex nuovo DG Fabrizio Lucchesi, che imbeccato durante la conferenza stampa di presentazione di Arkus riguardo alle recenti esperienze in piazze ad un passo dal tracollo – vedi Latina, vedi Pisa dell’era Petrone, vedi Lucchese – si definì un buon medico. Un medico che, di fatto, ha accompagnato l’ultimo Palermo verso l’eutanasia, portandosi però dietro anni di gestione dissennata e che portano nomi e cognomi diversi dai loro. Perché chi ha portato il club rosanero ad accumulare tutte queste pendenze, ricordiamo, dovrà rispondere di quanto fatto alle autorità competenti.

 

Ognuno, però, ha fatto la sua parte. Anche i tifosi dovranno farsi un esame di coscienza: anche loro, e non parliamo dei 5-6mila sempre presenti al Barbera, potevano e dovevano fare di più. Anche noi operatori dell’informazione, forse, potevamo e dovevamo fare di più.

 

Adesso, però, l’aquila si trasformerà ben presto in un’araba fenice, e tutti noi dovremo necessariamente dare un contributo che, volente o nolente, rappresenterà uno snodo cruciale per il futuro prossimo del nuovo Palermo tanto quanto l’operato della prossima proprietà, che ci traghetterà a partire dall’inferno dei dilettanti.

 

Massimiliano Rincione


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