Palermo, futuro incerto: è guerra fra Mirri e Di Piazza

Dario Mirri-Tony Di Piazza: adesso è guerra.
L'ambiente Palermo è stato scosso dalla decisione dell'ex vice-presidente di lasciare definitivamente la società rosanero, avvalendosi del diritto di recesso secondo l'art. 29 dello statuto di Hera Hora. Se la notizia sorprende in maniera relativa dal momento che si trattava di un epilogo scontato, a sorprendere sono soprattutto le tempistiche e il botta e risposta senza esclusione di colpi da entrambe le parti.
Il Giornale di Sicilia ricostruisce le dinamiche della giornata di ieri fra i due soci di maggioranza del club rosanero. Dopo la Pec inviata da Di Piazza all'assemblea dei soci, nella quale l'imprenditore italo-americano comunica la decisione di uscire ufficialmente dalla società elencando le motivazioni alla base della sua scelta, Dario Mirri attraverso una lettera indirizzata allo stesso ex vice-presidente sferra il controattacco. Il presidente rosanero attacca Di Piazza facendo leva su come quest’ultimo abbia recato "un grave nocumento alla società e al suo valore" e accusando il socio di minoranza di abbandonare la società in piena emergenza Coronavirus. Tanti i presunti ripensamenti di Di Piazza elencati da Mirri, legati alla posizione di Gianluca Paparesta nonché al centro sportivo, sui versamenti di capitale all'interno della società e del suo ruolo da vice-presidente.
Se da un lato, dalla lettera di Mirri, si evince una battaglia legale senza esclusioni di colpi dall'altro si abbatte un velo di incertezza attorno alla società rosanero. Sia il presidente che l'ad Sagramola ribadiscono che, nonostante il recesso dell'imprenditore italo-americano, a livello societario non cambia nulla e che l'ex vice-presidente manterrà gli impegni presi fino all'ultimo ma nell'ottica del piano triennale il futuro appare tutt'altro che incerto. Il recesso di Di Piazza si dovrà formalizzare entro 180 giorni dalla comunicazione, periodo nel quale dovrà essere stabilita la cifra legata al valore delle quote e che dovrà essere versata entro sei mesi dalla comunicazione. Sono a questo punto diversi i possibili scenari: che il socio di maggioranza ovvero Mirri acquisisca il restante 40% delle quote, che si trovi un soggetto terzo o nella peggiore delle ipotesi che si attinga dal capitale sociale del club indebolendo e non poco le casse societarie. La guerra è appena iniziata.
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