Il Boscaglia-pensiero: come giocherà il Palermo

"Giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia".
Questa frase fu detta da quello che in campo era definito "il profeta", Johan Cruijff, e durante la conferenza stampa di Roberto Boscaglia è sembrato di rivivere, in maniera velata ma neanche tanto, questo motto condivisibile o meno del gioco definito da tanti il più bello del mondo.
"Quando abbiamo la palla, dobbiamo fare gol. Quando non ce l'abbiamo, dobbiamo recuperarla per fare gol": il Boscaglia-pensiero è racchiuso in una frase che sembrerà ovvia e banale ma probabilmente, sentendola nella tranquillità con la quale è stata pronunciata, dà più certezze di qualsiasi altro proclama in pompa magna che poteva portare l'importanza del momento.
Partendo dal piano prettamente tattico, da quello che si è evinto dalla conferenza di ieri sarà un Palermo duttile e cangiante. In un campionato lungo e difficile, saper variare il proprio modo di giocare in base agli avversari o a momenti precisi di una partita può essere una delle armi vincenti per non diventare scontati e non farsi "imparare" dai rivali con il passare del tempo. "La tattica la fanno i giocatori": niente fossilizzazioni su un modulo sul quale adattare i giocatori ma trovare il vestito giusto, da poter cambiare in base alle situazioni mantenendo però una fisionomia ben precisa. Anche il mercato si giocherà su questo, sulla ricerca di gente polifunzionale che possa permettere al tecnico di poter cambiare l'ordine degli addendi senza variare il risultato. Di base quindi, guardando agli elementi attualmente in rosa e partendo dall'unica certezza che dietro si giocherà a quattro, si potrebbe partire dal 4-3-3 usato nello scorso campionato con la licenza di poter variare, con gli uomini giusti, in un 4-2-3-1 o con un 4-3-1-2 in base all'avversario o di partite più ostiche e chiuse.
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Il vero leader è l'allenatore. In un Palermo che nella passata stagione, visti i tanti giovani, ha avuto quasi bisogno del supporto dei "big" per trascinare il gruppo Boscaglia resetta tutto e prende già il peso della squadra tutto sulle sue spalle. Si parte da zero, con i "big" che dovranno riguadagnare i crismi da leader dello spogliatoio e trainare i giovani guidati sempre dal tecnico, che sarà sempre il primo e unico punto di riferimento. Tenere in pugno lo spogliatoio è una delle cose più difficili ma le sensazioni date ieri da Boscaglia confermano la nomea del tecnico di Gela come uno con gli attributi.
"Appena uscirà il calendario sapremo quale sarà il nostro primo avversario e quella sarà la partita più importante della nostra vita, perché se noi facciamo tre punti gli avversari non possono comunque farne anche loro più di tre. E poi lo stesso la partita successiva". Non esistono obiettivi come la promozione o i play-off, l'unico obiettivo è vincere ogni partita: anche in questo caso la semplicità del concetto espresso da Boscaglia sembra la scoperta dell'acqua calda ma in realtà non lo è affatto. Chiaro che non si potranno vincere tutte le partite ma la mentalità deve essere quella di farlo, senza concepire il concetto di fallimento. La fame di vittorie del tecnico di Gela è espressa da una frase semplice ovvero "se perdo sto male": la mentalità di Boscaglia è tutta racchiusa lì, una squadra nella quale non sarà contemplata la parola sconfitta e dove non si guarderà in faccia a nessuno.
Riprendere i valori e i concetti primordiali del gioco del calcio.
Fare gol, non subirne e vincere: il pensiero di Boscaglia si racchiude tutto in quello che il calcio nonostante i secoli e i tanti cambiamenti è ed è sempre stato, con la speranza che alla fine nonostante la complessità della semplicità si possa, a fine anno, guardare tutti dall'alto della classifica con in tasca un nuovo tassello verso il ritorno fra i grandi.
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