Di Piazza ancora all'attacco. Parla il suo legale

Di Piazza ancora all'attacco. Parla il suo legale

Il Giornale di Sicilia oggi in edicola torna a soffermarsi sulla questione Mirri – Di Piazza. La guerra a distanza tra soci ha fatto molto discutere, soprattutto per le modalità di “botta e risposta” tra i due protagonisti.

 

Il quotidiano riporta le parole dell’avvocato di Tony Di Piazza, De Martino, che parla dei rapporti tra i soci di Hera Hora:

«Due persone squisite, così come il padre di Mirri. Con loro ho avuto rapporti cordialissimi. Sinceramente non avrei mai immaginato lo scenario che si è verificato, perché all’inizio erano tutti completamente d’accordo. Di Piazza ci teneva a dare un contributo alla sua terra d’origine, ma, da New York, non poteva avere la gestione quotidiana della società: per lui, Mirri era l’ideale. Inoltre Mirri aveva un background perfetto per il Palermo. Io e gli avvocati Maggio e Mazzarella ci siamo impegnati veramente tanto in vista della costituzione della società, perché l’operazione è nata pochi giorni prima del bando. Nonostante la signorilità da ambo i lati – continua – avevo percepito che qualcosa stava per allontanare le due parti. Piccole scelte, come quella relativa allo sponsor tecnico, che è stata comunicata solamente a cose fatte».  

 

MIRRI E ACCORDI

«Ho ascoltato la conferenza stampa del presidente Mirri e non mi aspettavo che sminuisse così le figure di Paparesta e Di Piazza. A mio parere ci vorrebbe più riconoscenza. Era previsto che sulle scelte più importanti, nella società ci fosse un’intesa unanime. C’è una scrittura privata risalente a luglio – ha dichiarato De Martino – con la quale le parti avevano convenuto tutti questi accordi. Questa scrittura privata sanciva inoltre l’ingresso di Di Piazza in Hera Hora, perché è con questo accordo che si è impegnato a versare ciò che ha versato. Era previsto un ruolo operativo per Paparesta, era previsto che nelle decisioni più importanti ci fosse un accordo tra tutti ed era previsto anche il ruolo di Sagramola, con un tetto di spesa oltre il quale sarebbe dovuto passare dal consiglio di amministrazione».

 

SCRITTURA PRIVATA

«La scrittura privata però non cessa di avere efficacia, semplicemente è un altro accordo, precedente allo statuto e non derogato da quest’ultimo. Circa il tema dell’unanimità, le parti ne avevano a lungo discusso e, attesa anche l’urgenza, avevano deciso di affrontarlo al momento del conferimento delle deleghe all’amministratore delegato. Così non è però stato fatto».


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