Il grande acquisto del Palermo? Sta in panchina
I rosa stanno provando ad assemblarsi in un unico veicolo diretto in A. Ma l'artefice del buon inizio di campionato è il conducente.
Scivolano via anche questi novanta minuti per il Palermo di Bruno Tedino.
Un principio di stagione benefico tanto per la squadra quanto per l’ambiente in cui è immersa la piazza rosanero. Il buon inizio dei rosa ha dato finalmente una pennellata di ottimismo su una tela fin qui oscura e, a dir poco, deprimente: dal blitz della Guardia di Finanza che inaugurava la calda estate del calcio palermitano, passando per le pressanti contestazioni all’ex presidente Zamparini, giunte finanche nella lontana Carinzia, fino alla strizza per il calciomercato in uscita che, in effetti, qualcuno ha visto uscire, alimentando il clima rovente che staziona all’ombra di Monte Pellegrino: non quel calore, però, che si generava una volta al Barbera, quando il Palermo giocava in casa; piuttosto un’aria calda e appiccicosa, una ventata di scirocco che abbraccia la piazza e la irrita fino a provocare strappi irricucibili.
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Una vittoria, nel risultato e nel gioco, ed un pareggio in condizioni precarie: non si poteva chiedere molto di più ad un gruppo che deve ancora riconoscersi.
Merito dei calciatori scesi in campo, certo, dei “vecchi” e dei nuovi arrivati che, tra tanto scetticismo, stanno provando ad assemblarsi in un unico veicolo che conduca direttamente in serie A.
Ma l’artefice principale del buon avvio del Palermo è da individuare nel conducente: Bruno Tedino, anche lui accolto dai dubbi, sta lavorando con attenzione e pazienza su tutti quei meccanismi che sono mancati l’anno scorso, a partire dall’aspetto psicologico di un gruppo fiaccato da una retrocessione a tratti umiliante. Il tecnico trevigiano non ha imposto alcuna rivoluzione, nessuna terapia shock per rigenerare il moribondo Palermo; al contrario, sta applicando un piano terapeutico soft, una cura non invasiva che con calma porterà risultati.
L’ex Pordenone sa di avere in gestione un cantiere aperto, con diversi ruoli da stabilire, gerarchie da individuare ed un feeling tra compagni da ricreare partendo da zero. Per questo, parole come “integrità, “moralità”, “valore umano” sono entrate per prime nel nuovo dizionario rosanero. Diretto e severo negli allenamenti: è forse l'unico modo per trasmettere le tante idee che vuole imprimere a questa squadra, non dimenticando la gratificazione per ogni buon tocco, per un buon passaggio o un movimento eseguito bene. Tedino urla indicazioni, correzioni e complimenti come un tenente buono.
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Un lavoro difficile che il tecnico sta applicando tanto al gruppo quanto ai singoli, finora, con ottimi risultati. Pensare ad Aljaž Struna, irriconoscibile, incredibilmente padrone della difesa nelle prime uscite stagionali, e farsi un’idea dell’impatto che un allenatore può avere su un calciatore. E Trajkovski: da bell’addormentato con qualche guizzo e nulla più, a perfetto e a tratti indispensabile partner d’attacco di Coronado e Nestorovski.
E, in questo senso, non stupisce affatto la gestione di Andrea Rispoli: il vice capitano rosa non ha vissuto un’estate serena, ha chiesto la cessione e non ha disfatto le valigie fino alle 23.01 del 31 agosto. Ecco perché, coerentemente con le parole, per Tedino sulla corsia destra c’è una nuova gerarchia che Rispoli dovrà sovvertire dimostrando di aver ritrovato la motivazione persa.
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La strada è lunga ed impervia, gli avversari sono forti, le difficoltà sono tante.
A Tedino il merito di aver intrapreso il cammino nel migliore dei modi ed il compito arduo di temprare questa squadra e condurla in battaglia con lo stesso spirito visto fin qui.
Nella speranza, la solita e puntuale con tutti gli allenatori rosanero degli ultimi quindici anni, che possa portare a termine il lavoro iniziato.