Zamparini ha perso di vista la realtà. Palermo non teme la C
Una tifoseria che è stanca delle false promesse e di tante bugie

Se tiri una corda troppo forte per troppo tempo, questa si spezzerà. Da una parte c'è un’intera tifoseria che ha rinnegato il proprietario del Palermo calcio, dall’altra un ex presidente che non si rende conto della realtà che lo circonda.
Palermo è stanca di bugie, di promesse mai mantenute, di teatrini e teatranti e di minacce.
È vero tanti problemi affliggono questa città, ma quello che non si vuole capire è che il calcio si nutre della passione dei tifosi e che non si possono calpestare all’infinito i sentimenti della gente.
Definire gruppi violenti dei centri sociali chi ha manifestato in piazza nelle scorse settimane, definire fuorilegge gli ultras e i tifosi comuni che hanno manifestato al Tenente Onorato significa negare l’evidenza di un malessere che grida tutta la sua rabbia nei confronti di chi da lontano cura solo i propri interessi.
Nel duro comunicato di ieri del Presidente Zamparini, c’è la minaccia di ritirare la squadra dal campionato «la c vi aspetta se non la piantate con la contestazione».
Il clima di odio che dopo il mancato closing si è abbattuto in città, coinvolge tutti.
Tutti contro tutti e questa situazione sembra non scalfire minimante l’artefice di un contestazione sportiva che a Palermo non si era mai vista.
Nei mesi scorsi, in molti avevano visto in Baccaglini l’eroe senza macchia e senza paura che avrebbe salvato Palermo da Zamparini.
Questo epilogo, per tanti più che prevedibile, ha scatenato una rabbia sorda ed incontrollata nei confronti del Patron friulano, una rabbia che durante il ritiro a Bad è stata estesa anche ai giornalisti.
Tutti nel calderone, senza distinzione, tutti colpevoli agli occhi di molti tifosi di reggere il gioco del "nemico".
Zamparini nel suo ultimo comunicato sostiene che nessuno può obbligarlo a vendere una sua proprietà, su questo non si discute, è verissimo. Sbaglia quando afferma che questa è la squadra dei palermitani.
Da tempo i tifosi del Palermo non si identificano più in una squadra plasmata a sua immagine e somiglianza, perché da padrone assoluto ha sempre fatto ciò che ha voluto, creando e distruggendo come Penelope faceva con la sua tela.
Adesso si è arrivati al punto di non ritorno, il punto che nessuno voleva si toccasse, perché una squadra ha bisogno del sostegno dei suoi tifosi, questo è uno sport che si alimenta dell’amore e della passione della sua gente. Il calcio, la valvola di sfogo dai problemi quotidiani, è un momento di grande aggregazione, dove si annullano le differenze sociali, dove si gioisce e si soffre tutti insieme e dove in uno stadio si diventa un’anima sola. Ma ciò sembra non poter più avvenire. Non in questo momento, non con Zamparini.
Ma lui invece di capirlo reitera e minaccia la C; una categoria che i veri tifosi rosanero non temono, perché tante volte sono finiti nella cenere per poi risorgere, come la Fenice. Il Palermo è madre, padre, figlio, rappresenta le radici che ogni palermitano porta nel cuore, sempre e ovunque nel mondo. E anche se la città nei secoli è stata terra di conquista, ciò non significa che i palermitani sono disposti a subire per sempre.
Nella terra dei Vespri siciliani c'è un limite che non si può oltrepassare perché dopo è difficile tornare indietro. E di ciò Zamparini e chiunque altro verrà dopo di lui dovrà tenerne conto.
Cettina Pellitteri