Vecchi difetti: Palermo dai due volti a Foggia
Il copione è lo stesso: se la squadra va in difficoltà, la luce si spegne.
Il pareggio a Foggia lascia l’amaro in bocca.
Il Palermo, che per i primi quindici minuti di gara aveva imposto il proprio gioco, si è spento dopo le prime incursioni rossonere ed ha subìto fino al 45’ il ritmo tambureggiante dettato dagli uomini di Stroppa. Lo svantaggio, ad opera di Nicastro con la complicità della retroguardia rosa, è l’emblema della prima frazione di gioco allo “Zaccheria”.
All’intervallo Tedino avrà usato le parole giuste: il Palermo rientrato in campo nella ripresa non aveva lo stesso volto.
Padroni del gioco sin da subito: Aleesami e Rispoli, rigenerati, si sono impossessati delle fasce; il centrocampo, compatto, ha svolto quel lavoro di schermo che nel primo tempo era mancato e che nella ripresa ha dato respiro alla retroguardia; l’attacco, al netto di un Trajkovski spento e correttamente sostituito da Embalo, si è riattivato grazie all’onnipresente Coronado e ai movimenti senza palla di capitan Nestorovski.
UN PALERMO TIMOROSO LASCIA DUE PUNTI A FOGGIA. LE PAGELLE
Dal punto di vista tattico, poi, quella del secondo tempo è stata un’altra partita: il contenimento degli esterni foggiani non ha dato aria alla manovra rossonera; a Vacca è stato dimezzato il tempo d’impostazione; Mazzeo, autore di una prima frazione sontuosa, ingabbiato e reso inoffensivo per il resto del match.
Qual è, allora, il Palermo vero, quello che affronterà l’impegnativo campionato cadetto con l’obiettivo della promozione diretta?
La differenza lampante tra le due stesse squadre scese in campo a Foggia dà un’indicazione importante per rispondere a questa domanda: il Palermo, che ha visto volti nuovi ma la cui struttura è quella della scorsa stagione, non è ancora guarito.
La retrocessione, a tratti umiliante, è una ferita ancora aperta, perché si è sviluppata in fretta e senza rimedio: il record di nove sconfitte consecutive; i tredici gol complessivi messi a segno al “Barbera”; i cambi in panchina e le vicende societarie.
A FOGGIA IL PALERMO NON DECOLLA. LA RASSEGNA STAMPA
La scorsa stagione ha lasciato scorie che non sarà facile smaltire, i cui effetti si palesano ogni qual volta la squadra vada in difficoltà: è successo ieri, con i primi attacchi del Foggia che hanno bloccato i rosa per mezz’ora, ed era successo contro l’Empoli, all’errore di Posavec sul primo gol dei toscani.
Il copione è sempre quello: se la squadra va in difficoltà, la luce si spegne. Blackout che l’anno scorso sono stati pagati a caro prezzo e che in serie B potrebbero costare altrettanto.
Tedino ha elogiato “la determinazione encomiabile” dei suoi, ma sa bene che al difficile compito di cucire un’identità a questa squadra corrisponde il difficilissimo lavoro psicologico tanto sul gruppo quanto sui singoli.
In questo senso, il tecnico trevigiano avrà bisogno che i leader dello spogliatoio, Nestorovski e Rispoli su tutti, siano i primi trascinatori soprattutto quando le cose non vanno bene.