Simy, cos'hai al posto del cuore?

Non sarà necessariamente la piramide del calcio, ma resta la consolazione di un divertimento che non sta mancando

Simy, cos'hai al posto del cuore?

Il turno infrasettimanale regala diverse emozioni, molte sorprese e conferma la vitalità di un campionato in controtendenza rispetto a quanto succede nelle altre top-league: non sarà necessariamente la piramide del calcio ma resta la (pur blanda) consolazione di un divertimento che non sta mancando.

Al netto del Benevento, che ha ormai imbeccato lo Stige, e di Bologna e Genoa, collocate comodamente in un limbo in cui restare comode, tutte le altre squadre sono in lotta per qualcosa.


Dopo la botta dell’Inter al Cagliari nell’anticipo di martedì sono arrivate le risposte di Roma e Lazio. I giallorossi hanno scaldato i motori in vista della doppia sfida contro il Liverpool con un successo risicato ma giusto contro il Genoa; i laziali hanno vinto una partita pazza contro la Fiorentina vincendo 3-4 dopo una prima rimonta seguita ad una contro-rimonta, scrollandosi di dosso l’impasse emotivo della tremenda trasferta a Salisburgo, i cui strascichi si erano visti nel derby.

Le romane sono ancora lì ma il margine tra la gloria e l’onere è di un punto solo: troppo poco per stare tranquilli, specie se l’Inter dovesse confermarsi quella vista contro il Cagliari e senza fortuna anche contro il Torino.

 

Torino che, grazie ad un incornata di De Silvestri, impatta per 1-1 una vivace gara contro il Milan che riporta definitivamente i rossoneri sul pianeta Terra.

Più che su una Champions che non è mai stata effettivamente alla portata, la squadra di Gattuso dovrà concentrarsi soprattutto sulla difesa di un piazzamento europeo, raggiungibile con la finale di Coppa Italia ma tutt’altro che al sicuro. La Fiorentina, nonostante la fine della striscia positiva, è ad un tiro di schioppo; la Sampdoria si è rifatta sotto grazie alla Za(m)pata vincente di un Duvan da sempre ingiustamente sottovalutato e soprattutto c’è da fare i conti contro un'Atalanta più che ostica e desiderosa di tornare in Europa dopo la beffa del Dortmund.

Per il “Diavolo” il rischio di dover fare i conti con la debacle che si era prospettata dopo una pessima prima parte di stagione è più che concreto.


A sud della classifica i cambiamenti sono stati relativi ma in compenso sono arrivati dei segnali importanti. L’Hellas Verona si verga da solo come il miglior Tafazzi regalando a causa di una paperaccia di Nicolas tre punti d’oro ad un Sassuolo che si avvicina alla salvezza; SPAL e Chievo si accontentano dello 0-0 e godono come in Certe Notti (così così), soprattutto perché un Crotone mai domo ferma (grazie anche ad un superbo Cordaz) la Juventus e da Ligabue a Vasco il passo è breve, coi pitagorici che chiaro e tondo dicono alla concorrenza: “Io sono ancora qua…e già!”.

Inesistente è invece il passo dell’Udinese che centra “La decima” sconfitta consecutiva. In teoria c’è poco da rimproverare ai bianconeri che hanno tenuto testa al Napoli cadendo per 4-2: ma la sostanza dice che i punti dal baratro sono cinque e che la prossima settimana alla “Dacia Arena” arriva il Crotone: se i pitagorici dovessero essere quelli visti ieri sera, per i bianconeri del Friuli ci sono buone probabilità che si ritrovino impelagati nel guado che pensavano di aver lasciato alle spalle.


Dulcis in fundo un mirabolante salto dalla coda alla testa della classifica. Cosa sia successo si è già scritto sopra ma per un’ora e spicci si stava profilando una storia diversa. Al 65’ la Juventus è in vantaggio mentre il Napoli perde 1-2: il campionato è tecnicamente finito. Il grande gol di Simy impatta la partita dello “Scida” sull’1-1 e rinvigorisce un Napoli fuori fase che ribalta la partita: alleluia abbiamo ancora un campionato. In quest’ultima fase le due contendenti, provate da un vissuto stagionale complesso per dinamiche tecniche diametralmente opposte ma dalla simile incidenza, vivono sull’onda dell’emotività.

Le gare di ieri sera ci raccontano di un Napoli un po’ spento e molto smarrito in sé stesso che però è riuscito a tenere botta e di una Juventus la cui prospettiva è rovesciata come i gol di CR7 e Simy: il primo ha segnato e compromesso la stagione europea dei bianconeri, il secondo tiene ancora aperta quella italiana che stava per chiudersi.

Se la prodezza dell’attaccante nigeriano è stata l’espressione di una serata storta o il riverbero dei dolorosi strascichi del “Bernabeu” lo capiremo meglio domenica prossima.