Per un cornuto, un cornuto e mezzo. Alla salute
Palermo 2, Fc Messina 0.
Si scrive direttamente dai tavolini di una nota birreria palermitana. Taribo da 0,40, una ipa: schiuma compatta mediamente persistente, buona corposità, amara, effervescenza ridotta.
Esattamente come il Palermo che oggi al Renzo Barbera ha sbattuto la porta in faccia alla pur apprezzabile compagine peloritana.
Perché ci voleva un bicchiere ed un cin. Viaggiavano sulle ali larghe dell'entusiasmo i messinesi: otto vittorie nelle ultime dieci partite, nemmeno un gol subito nelle ultime cinque, terzo posto in classifica e dunque tanta voglia e convinzione di poter continuare a schiacciare sassi. Anche quelli più duri, come i rosanero, che in barba alle esaltanti statistiche degli avversari, in un match tanto complicato quanto significativo per il prosieguo di stagione, oggi hanno dato in primo luogo una grande prova di resistenza, tenacia e, forse per la prima volta, stabilità nervosa.
Basta riavvolgere il nastro tornando alla fatale caduta contro i simpatici tarantolati bianconeri di Torre Annunziata. Circostanze simili: la sfida caricata in settimana, il sangue agli occhi degli avversari, l'arbitro non all'altezza, le dita sui nervi scoperti. Lì si è andati in tilt, si è persa la bussola, si è messa nelle mani dell'altro tutta la propria fragilità mentale.
Oggi al contrario: colpo su colpo, meno fioretto e più mazzate, senza fronzoli. Insomma, come si dice in Trentino, per un cornuto, un cornuto e mezzo.
Al di là di quell'identità di gioco che - facciamocene una ragione - non si può riscontrare, quello nervoso è aspetto da non sottovalutare. È una categoria fatta per chi gusta vino in pietra e se lo fa piacere come se fossero bollicine.
Perciò, alla salute: 54 punti in 22 partite, miglior difesa del torneo, primo posto a +5 sui simpatici.
La birra è finita. Un altro giro, ché il campionato è ancora lungo.