«Torneranno le nostre domeniche»

«Torneranno le nostre domeniche»

Quella di oggi è la prima domenica di tante cose. 

La prima della "nuova" fase 2, dove tanti palermitani rispettando le norme del governo sono tornati a prendere il sole a Mondello e a fare il primo bagno stagionale. La prima domenica dove si riassapora il piacere di fare nuovamente tante cose, che per mesi non ci è stato permesso fare per concentrarci nello sconfiggere un nemico non ancora battuto ma messo seriamente alle corde. 

 

È anche la prima domenica del Palermo in Serie C. Sebbene manchi ancora il sigillo della Federazione che ne sancirà l'ufficialità la squadra rosanero ha, di fatto, raggiunto il suo obiettivo stagionale e si sta già muovendo per programmare la prossima stagione nella sua nuova categoria. 

Ma per essere ancora la "nostra" domenica manca quella che è la vera essenza di questo sport. 

 

Manca l'attesa ai tornelli, dove si scambiano due chiacchiere con il tifoso vicino sparando pronostici su risultati e migliori in campo. Manca la salita delle scale prima della vista del campo da gioco, come se qualcuno aprisse una tenda e scoprisse tutta la meraviglia dello spettacolo del verde prato. Manca sedersi in quei seggiolini che, in giornate come quelle di oggi, trasmetterebbero un calore comunque mai equiparabile a quello di chi lo occupa. L'ingresso in campo dei giocatori, l'inizio dei cori, i "ghiaccioli" volanti, i commenti tecnici fra gli spalti e il cronista che, in barba alle nuove tecnologie, ascolta ancora la radiolina e aggiorna tutti sui risultati dagli altri campi. 

 

Manca il senso di quello che significa, per tanti di noi, "domenica".

Come manca al Palermo, che nei suoi profili social ha voluto augurare qualcosa che in questo momento è ancora pià grande dei movimenti di mercato o dei progetti per il futuro: «Torneranno le nostre domeniche».

 

La casa della divina Eupalla, degli spalti gremiti e dei cori festanti.

Il giorno che mostra a tutti la bellezza del gioco del calcio.