È GIÀ IERI
È così che va, il calcio come la vita. Profeta in patria, no, può darsi, lasciamo stare meglio cambiare aria. Palermo la sua terra, è la sua stagione, ora e adesso. Le prime reti, l'illusione, in realtà un inizio mai trovato. L'autunno si fa inverno: il gol, anche quello non c'è più. C'è Lucca, l'enfant prodige, sono tutti per lui. Saraniti è lontano.
Palermo, il mercato del vorrei ma non posso. Boscaglia, l'abbraccio prima e l'incomprensione poi.
Ma Saraniti è lontano. In sé, il peso della valigia con malinconica rassegnazione dentro.
Gennaio: andrà via! La Juve Stabia, sempre lei, lo tenta. Così non è. Febbraio è certezza, marzo primavera sinonimo di rinascita.
C'è Filippi, Saraniti sempre lontano. Si parlano: sembra sereno, invece, fuori per scelta tecnica. La mente è alla prossima stazione, maglia diversa, città nuova. Palermo lì, nel cuore e nello spirito, mai profeta in patria.
Poi c'è il destino che visiona, medita e decide. Sempre lei, ancora una volta, la Juve Stabia. È già ieri.
Saraniti questa volta c'è, hic et nunc. Il viso come il ritratto di un rimpianto: maieuticamente curato dal tecnico rosanero. Colpevole, consapevole, convertito, ritrovato.
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