Lucca e Valente determinanti, flop Broh: il pagellone del Palermo
PELAGOTTI 6
Quanto è difficile fare il portiere. Lo sa bene Alberto Pelagotti, che durante la stagione appena conclusa si è spesso ritrovato a raccogliere palloni da dentro la rete per errori di altri e a rimanere inoperoso per tutto il resto della gara. La psicologia dell’estremo poi è molto labile e quando le cose non vanno male ne risente il doppio. Nel complesso, guardando all’intero campionato, sono di più le gare nella quale è riuscito a dare il suo contributo rispetto a quelle dove non è stato impeccabile. L’errore di Avellino è stato sicuramente il punto più basso del suo campionato, una botta dalla quale si è ripreso con fatica fino ad arrivare al finale di campionato dove ha salvato più volte il risultato ed è arrivato a subire solo un gol in tutta la lotteria dei play-off. Spesso su Pelagotti si è sparato a zero anche in maniera eccessiva, ma nel film di questo campionato per quanto abbia commesso i suoi errori anche vistosi ha pagato più errori di altri che suoi.
FALLANI S.V.
Impossibile giudicare un giocatore che non ha raccolto neanche un gettone in campionato.
DODA S.V.
Uno degli oggetti misteriosi della stagione del Palermo. Tanta, solo panchina con Boscaglia al netto di una zona di campo che vedeva già Almici e Accardi e complici una serie di noie fisiche che lo hanno debilitato per tutto il torneo, per poi essere rivalutato nel finale da Filippi dando il suo apporto nei play-off. Davvero troppo poco per poter emettere un giudizio sulla sua stagione, fatta di tanti stop e poche chances di potersi mettere davvero in mostra. Per quel poco che si è visto non sembra ancora pronto per poter giocare ad alti livelli nella categoria, starà al club rosanero valutare se continuare a investire sul giovane albanese con la speranza che possa mostrare segni di crescita importanti.
CORRADO S.V.
I numeri parlano chiaro: sette presenze in campionato e soli 362 minuti giocati che fanno di lui il giocatore di movimento con il minor minutaggio di tutta la squadra. Due partite intere giocate contro Catania e Juve Stabia per l’emergenza Coronavirus, poi qualche scampolo di gara con Boscaglia quando disponibile e ben venti match della stagione regolare saltati per problemi di natura fisica che lo hanno reso inutilizzabile per quasi tutto il torneo. Con il cambio modulo attuato da Filippi e l’inamovibile Valente sulla corsia di sinistra ogni velleità di rivederlo in campo sono andate in fumo. Come per Doda sarebbe un atto di crudeltà giudicarlo male per un annata decisamente sfortunata a livello fisico, rimane tuttavia una stagione da dimenticare e una eventuale riconferma appare francamente improbabile.
ACCARDI 6,5
Un campionato da capitano aggiunto e all’insegna della versatilità. Difensore centrale, terzino destro, terzino sinistro, esterno di destra: dove lo metti gioca offrendo, al netto di qualche limite ed errore qua e là, garanzie e buone prestazioni. Inamovibile prima per Boscaglia, soprattutto dopo l’infortunio di Almici, e successivamente con Filippi Andrea non ha smesso neanche per un secondo di sudare fino alla fine una maglia che sente come la sua pelle, combattendo sempre come un leone e dimostrandosi una pedina importante per la compagine rosanero.
CRIVELLO 5,5
Con Corrado più in infermeria che a disposizione il capitano rosanero per larga parte del torneo finisce per essere l’unico terzino sinistro per l’intera gestione Boscaglia, non dimostrandosi tuttavia il giocatore ideale per il gioco del tecnico di Gela. Quando si tratta di difendere, salvo qualche errore marchiano, fa il suo lavoro sfruttando anche la tanta esperienza accumulata ma sul piano offensivo si sono visti più volte i limiti di non essere un terzino moderno a tutta fascia. All’inizio spingeva poco e in maniera alquanto timida, una volta affinata l’accoppiata con Valente e mostrati i primi segni di leggero miglioramento Filippi opta per il cambio modulo e di fatto non viene più il campo a scapito dell’ex Carrarese che al contrario fa sfracelli e diventa letteralmente inamovibile.
LANCINI 5,5
Dopo essere stato uno dei punti fermi della scorsa stagione l’ex Brescia ha avuto un’annata davvero da dimenticare. Dopo le prime quattro partite a dir poco deludenti è uno dei più colpiti dalla piaga Coronavirus che, di fatto, ne condiziona l’intera stagione non riuscendo a trovare la giusta forma fisica per larghissima parte del campionato. Le ultime prestazioni fornite nel finale di campionato e durante i play-off sono davvero troppo poco per arrivare alla sufficienza.
MARCONI 6
Della batteria dei centrali di difesa l’ex Monza risulta uno dei più affidabili della stagione. Nonostante la sufficienza e alcune partite dove si è vista tutta la sua esperienza, il reparto difensivo rosanero ha fatto spesso acqua e anche lui ha avuto le sue défaillances con alcuni errori marchiani e partite da dimenticare. Il livello del giocatore non può essere tuttavia messo in discussione: Marconi, nonostante potesse come tanti fare di più, rimane una certezza della categoria e giocatore dal quale ripartire nella prossima stagione.
PERETTI S.V.
Tre-quattro partite intere e qualche scampolo di gara sono troppo pochi per giudicare la stagione del giovane Peretti. Per quel poco visto in campo ha comunque mostrato di avere margini di miglioramento ma è ancora molto giovane e inesperto per la categoria. Ha ancora grandi margini di miglioramento, ma per poterli sfruttare avrebbe chiaramente bisogno di più spazio, cosa che a Palermo non è facile trovare.
SOMMA 5
Con il suo curriculum e per l’importanza che avrebbe dovuto rivestire nel gioco di Boscaglia Michele Somma ha deluso ogni aspettativa, su tutte quelle del sottoscritto. Ad inizio campionato all’idea di vedere in campo il quartetto composto da Almici, Somma, Marconi e Crivello in molti pensavano che potesse essere una delle retroguardie più forti del torneo ma l’ex Depor non è mai riuscito a convincere. Dopo il lungo infortunio subito in Spagna si trattava sicuramente di una scommessona, il giocatore che doveva impostare la manovra dal basso e garantire esperienza e conoscenza eccelsa del credo tattico del tecnico ma, dopo averlo aspettato per tutto il campionato, si è trattata di una eterna promessa incompiuta. Problemi atavici di condizione fisica e mentale, il centrale rosanero non è mai riuscito a dare sicurezza e solidità alla retroguardia non dimostrando quasi mai il suo vero valore. Stagione sfortunata o giocatore sopravvalutato? Difficile dirlo, lo si potrà scoprire soltanto in caso di riconferma da parte del club ma rimane il rammarico per un giocatore da cui tutti si aspettavano molto di più.
MARONG 6
Probabilmente la sorpresa più gradita della stagione. Zero minuti in Serie D, zero minuti e una sfilza di mancate convocazioni per quasi tutto il torneo appena conclusosi che lo rendevano un vero e proprio oggetto misterioso, quasi un prigioniero del Palermo che non gli permetteva di lasciarlo andare per fare la sua strada. Poi, dopo un anno e mezzo senza vedere completamente il campo Filippi lo fa clamorosamente esordire dal primo minuto contro la Vibonese e sorprende tutti con un finale di campionato all’insegna di ottime prestazioni e doti fisiche e atletiche non indifferenti che promettono molto bene per il futuro. Impossibile non notare, chiaramente, qualche lacuna sul piano tecnico ma quella di Marong oltre ad essere una piacevole sorpresa è una bellissima favola che, in una stagione ricca di delusioni, conferma come il calcio sappia ancora regalare emozioni.
ALMICI 6,5
Quel maledetto, stra-maledetto infortunio. Il voto finale di uno degli acquisti più importanti del mercato rosanero non può che essere influito dal lungo stop patito dal terzino rosanero, che fino al fatidico match contro la Viterbese è stato sicuramente il migliore del Palermo di Boscaglia. Sin dalle primissime partite è stato il vero valore aggiunto dei rosa, un giocatore fuori categoria che arava la corsia di destra garantendo ottima copertura e una spinta da ala, nonché dotato di un piede particolarmente educato (tiratore praticamente di tutto) e di grande carisma. Poi la rottura del legamento collaterale mediale che lo costringe a stare fuori per mesi e al suo rientro non sarà mai lo stesso giocatore ammirato a inizio torneo. Prestazioni opache e tanto, troppo nervosismo nel momento più difficile della compagine rosanero e quando con Filippi sembrava che stesse tornando a livelli consoni al suo valore un nuovo stop contro il Bari che gli fa chiudere anzitempo la stagione. Il voto è la media fra il pre e post infortunio, con la consapevolezza che Alberto Almici per la Serie C è e rimane un vero e proprio lusso.
PALAZZI 5,5
Come si giudica un giocatore che per tutto il campionato ha giocato in un ruolo non suo? Il centrocampista ex Monza, con l’emergenza Coronavirus, è diventato di fatto difensore centrale per tutto il torneo sia con Boscaglia che con Filippi con risultati molto altalenanti. Quando si tratta di giocare qualsiasi giocatore giocherebbe ovunque, la sua abilità tattica gli permette di dare una mano nella prima impostazione e, a volte, di “tappare” le tante lacune nei fondamentali difensivi che in altre occasioni sono emersi tutti con figure davvero barbine e prestazioni insufficienti. Facile dire che ci si aspettava di più da un giocatore con tante presenze in cadetteria, più difficile dire se poteva effettivamente fare di più da difensore centrale.
MARTIN 5,5
Annata da dimenticare per il centrocampista francese, in fondo nelle gerarchie di entrambi i tecnici e schierato quasi sempre quando non c’era nessun altro da schierare. Solo dodici presenze per uno dei punti fermi della passata stagione, e in cinque di queste ha giocato meno di un quarto d’ora quindi a livello statistico contano molto poco. Nelle gare coincidenti con l’epidemia di Coronavirus in seno ai rosa trova spazio giocando anche piuttosto bene, poi finisce nel dimenticatoio e rispolverato solo in qualche scampolo di gara senza brillare. Quasi sicuramente le strade di Martin e del Palermo si separeranno, ma nonostante un campionato all’insegna della panchina i colpi di classe del centrocampista francese rimarranno negli occhi di tanti tifosi.
DE ROSE 7
Solo un acquisto nel mercato di gennaio, ma che acquisto. Neanche il tempo di arrivare che Boscaglia lo getta subito in campo senza aver svolto allenamenti con i nuovi compagni, a dimostrazione di quanto fosse necessario un giocatore come lui in squadra e da quel momento il Palermo non ha potuto più fare a meno di lui. Alla compagine rosanero mancava un giocatore che incarnasse a pieno lo spirito della Serie C e Ciccio De Rose ne è l’esempio vivente: carismatico, aggressivo ma non violento, praticamente ovunque in campo e vero trascinatore del gruppo con la sua grinta ed esperienza. A parte un calo nel periodo di transizione fra Boscaglia e Filippi l’ex Reggina è stato il punto di riferimento per la squadra per tutto il girone di ritorno, il leader carismatico di cui questa squadra aveva bisogno e il pilastro fondante del centrocampo per la prossima stagione.
ODJER 6,5
Da giocatore onnipresente e a tratti devastante nel girone d’andata a vero e proprio oggetto misterioso in quello di ritorno. Per tutta la prima parte di stagione è stato l’uomo in più di Boscaglia insieme ad Almici, i due giocatori di categoria superiore e il giocatore che si esprimeva al meglio nel 4-2-3-1 del tecnico di Gela. Con il passaggio al centrocampo a tre prima e con l’arrivo di De Rose poi inizia la parabola discendente, condita da una serie di infortuni che gli hanno impedito di trovare continuità e quell’atleticità che per un giocatore come lui è il requisito principale per rendere al meglio. Con l’arrivo di Filippi e il cambio modulo perde la titolarità a scapito di De Rose e Luperini trovando comunque il campo da subentrato, ma senza raggiungere i livelli di un girone d’andata stratosferico. Voto, quindi, che fa da media tra i due gironi ma non scalfisce l’importanza di questo giocatore per la categoria.
BROH 5
Probabilmente è il giocatore che ha deluso di più nella stagione rosanero. Arrivato a Palermo come giocatore di grande esperienza nonostante la giovane età, così come per Somma sia la piazza che gli addetti ai lavori hanno aspettato invano un miglioramento che non è mai arrivato ed è stato un continuo vagare in una disarmante mediocrità. In 28 presenze totali fra campionato e play-off le prestazioni davvero convincenti si contano forse in una mano, troppo poco per un giocatore che arrivava con un curriculum da Serie B e potenziale punto fermo del centrocampo rosanero. Chiunque potrebbe votare, più o meno all’unanimità, Jeremie Broh come il flop del campionato del Palermo.
LUPERINI 5,5
Arrivato come uno dei veri e propri crack del mercato del Palermo e con aspettative altissime da parte di tutti il campionato di Luperini non è stato quello che ci si aspettava. Il valore del giocatore, così come riportano anche le statistiche che lo vedono come il secondo della rosa per minutaggio dietro a Pelagotti e Valente e tra i migliori marcatori della squadra, è indubbio e rimane un fuori categoria ma l’ex Trapani è stato a lungo il vero paradosso tattico della stagione rosanero. Prima sovraccaricato di compiti tattici da Boscaglia che producevano più confusione che altro, poi “sacrificato” nel centrocampo a due di Filippi tarpandogli un po’ il marchio di fabbrica dell’inserimento in area rendendolo più utile che appariscente, sta di fatto che l’annata di Luperini a parte qualche partita molto positiva è stata al di sotto delle aspettative. Il Palermo comunque non deve fare l’errore di non ripartire da un giocatore che, se messo nel ruolo giusto e con i compagni giusti, può davvero fare la differenza.
FLORIANO 6
Come il cambio in panchina può rigenerare un giocatore. Prima i problemi tattici di inizio campionato, poi il Coronavirus e infine la seconda scelta di Valente: per motivi vari con Boscaglia l’ex Bari comincia gradualmente a perdere minutaggio fino a non vedere quasi più il campo se non per qualche scampolo di gara. Per tutto il girone d’andata è stato invocato a gran voce il nome del giocatore ammirato nel poco tempo avuto nella passata stagione ma Floriano non sente la fiducia del tecnico e finisce per diventare un separato in casa. Con Filippi cambia il modulo e Floriano non deve più fare la riserva di Valente trovando sia la titolarità che lo smalto perduto, diventando fondamentale soprattutto nei play-off con due reti frutto della sua grande esperienza. Anche qui media fra i due gironi, ma con l’avvento di Filippi Floriano si è ritrovato e può ancora dire qualcosa nel club rosanero.
SARANITI 5,5
Tante ombre e poche luci per l’attaccante palermitano. Dopo un inizio di campionato in forte ritardo di condizione, il numero nove rosanero inizia a fare vedere qualcosa di buono a partire dal match di Catanzaro, primo segnale di risveglio di un Palermo che non riesce a vincere né a segnare. Con il match contro il Catania si vede il miglior Saraniti della stagione, combattente e finalizzatore fino al match contro la Viterbese e l’esplosione di Lucca che di fatto gli toglie il posto e di campo ne vede pochissimo. Aria di problemi con la società, un quasi addio a gennaio e una serie di prestazioni indisponenti lo portano a diventare un separato in casa con tanto di tirata d’orecchie di Filippi, che con l’infortunio di Lucca lo lascia fuori per convincerlo a guadagnarsi la titolarità. Il benessere generato dalla cura Filippi investe anche l’attaccante palermitano, che lentamente inizia ad espiare le proprie colpe e riprendendosi, nel finale di campionato, il posto da titolare dei rosa a mesi di distanza dall’ultima volta e con prestazioni convincenti condite dal ritorno al gol nei play-off. Difficile comunque ipotizzare una sua permanenza a Palermo dopo le tensioni di quest’anno, ma almeno il finale di stagione ha permesso a Saraniti di non rendere il passivo nei suoi confronti troppo pesante.
SILIPO 5,5
Se Lucca ha avuto la possibilità di esplodere per “u picciriddo” Silipo bisogna ancora aspettare. Se sei giovane e talentuoso la tifoseria si aspetta che giochi sempre, ma sia Boscaglia che Filippi sono unanimi nel pensiero che per potergli dare continuità deve ancora crescere tanto. 728 minuti in 24 presenze significano principalmente scampoli di gara per quasi tutto il torneo, ma anche nelle occasioni nelle quali ha avuto più tempo a disposizione il fantasista rosanero non ha particolarmente brillato e si è dimostrato ancora un po’ acerbo per la maglia da titolare. Per Silipo, dopo l’esperienza positiva nei dilettanti, si è trattato del classico anno di transizione e di studio per poter dire la sua nel prossimo campionato.
SANTANA 7
Clonatelo dieci, cento, mille volte. L’eterno capitano rosanero ha regalato, nel derby contro il Catania, la favola più bella di tutta la stagione raggiungendo il pazzesco record di almeno un gol in tutte le competizioni dalla A alla D con la maglia del Palermo. Dopo aver vissuto quasi tutto il girone d’andata da indisponibile causa Coronavirus, Santana inizia a guadagnare spazio nelle ultime partite di Boscaglia fino a diventare, età permettendo, uno dei giocatori più importanti di Giacomo Filippi proprio dopo la rete nel derby contro il Catania. In campo ha letteralmente dato lezioni di calcio, deliziando tutti con la sua tecnica sopraffina e dimostrando che a quasi quarant’anni può ancora dire la sua e non essere semplicemente uomo spogliatoio. Comunque vada con il suo futuro in rosanero e nel calcio giocato, grazie di tutto capitano.
VALENTE 7,5
Dopo un inizio un po’ in sordina Nicola Valente si è preso il Palermo a suon di galoppate sulla corsia mancina. L’ex Carrarese, primo tra i giocatori di movimento per minutaggio, è stato uno dei migliori della stagione nonché il più costante di rendimento e l’ultimo a mollare contro tutto e contro tutti. A livello tecnico ha sfornato prestazioni mostruose per quasi tutto il torneo, raggiungendo i massimi risultati da esterno di centrocampo con il nuovo modulo targato Filippi diventando il nuovo bomber rosanero dopo l’infortunio di Lucca. A conti fatti Valente è stato l’unico giocatore ad essere perfettamente performante con entrambi i tecnici e ad essere stato, insieme a Lucca, davvero determinante per tutto il corso della stagione. Chapeau.
LUCCA 7,5
Alla fine l’attaccante da 15 gol il Palermo l’aveva davvero in casa. Dopo un inizio stentato dovuto ad una condizione atletica precaria e qualche pecca caratteriale, anche naturale per la sua giovane età, la punta rosanero dal match di andata contro la Viterbese ha iniziato a segnare a raffica, imparando con il tempo anche a guidare l’attacco giocando con e per i compagni. Una crescita esponenziale da parte del giovane Lucca che chiude a quota 13 gol segnati al suo primo anno tra i professionisti, e se non fosse stato per l’infortunio nel finale di campionato sarebbero stati anche di più. La sua super annata non poteva fare altro che attirare l’attenzione di numerosi club e sarà difficile trattenerlo un altro anno in Serie C, sopratutto se arriveranno offerte importanti per entrambe le parti da compagini della massima serie. Chissà quale sarebbe stato il cammino dei rosa ai play-off con il suo bomber…
KANOUTE 5,5
Tanta corsa e tanto lavoro sporco ma, in fondo, poca sostanza soprattutto in avanti. Pochi alti e tanti bassi per il giocatore ex Catanzaro, che in tante occasioni è apparso spaesato e correre a vuoto alla ricerca della posizione in fase di attacco ma sacrificarsi tantissimo quando c’è da difendere soprattutto con Boscaglia. Guardando le statistiche si vede come, proprio per questa sua attitudine al sacrificio, sia alla fine uno dei più presenti del Palermo in stagione ma il suo rendimento è stato troppo altalenante per poter raggiungere la sufficienza. Anche da lui, come per tanti altri, ci si aspettava decisamente di più.
RAUTI 6
Il suo atteggiamento e la voglia di far bene dovrebbero essere un esempio per tutti. A livello di corsa e intraprendenza è stato secondo a pochi per quasi tutto il torneo, correndo in lungo in largo per il campo con il sangue agli occhi e con la voglia di far vedere tutto il suo valore. La stagione del giocatore scuola Torino è stata piuttosto positiva anche per la sua estrema versatilità, giocando da esterno in entrambe le fasce a trequartista passando per il suo ruolo naturale ovvero la prima punta, paradossalmente quello dove ha faticato di più. In alcuni fondamentali, tuttavia, è apparso ancora un po’ acerbo, su tutti la scelta dell’ultima giocata e il cinismo nei pressi dell’area di rigore. Il suo futuro, essendo arrivato in prestito secco, è ancora tutto in discussione ma sarebbe un vero peccato quantomeno non provare a trattenerlo a Palermo perché con un po’ di gavetta in più può diventare un giocatore importante.
BOSCAGLIA 4,5
La vera delusione del Palermo 2020/2021 si chiama Roberto Boscaglia. Corteggiato per un’estate intera, acclamato come l’allenatore più forte della categoria e vero super acquisto dei rosanero ha deluso ogni più rosea aspettativa arrivando ad un esonero, per certi versi un tantino tardivo, che rispetto alle aspettative della vigilia era a dir poco impensabile. Complici soprattutto alcune scelte societarie errate nella programmazione della stagione e della costruzione della rosa il tecnico di Gela, fra ritiro senza giocatori, senza amichevoli e con la pandemia non è mai riuscito ad imporre il proprio credo calcistico, impuntandosi spesso e volentieri su determinate scelte e un gioco forse troppo complesso che ha portato, con il tempo, anche ad un clima non serenissimo nello spogliatoio. Un’annata da dimenticare dove tutto è andato storto non soltanto per demeriti suoi, ma le statistiche parlano chiaro e il suo percorso a Palermo, viste le aspettative della vigilia, non può che ritenersi fallimentare.
FILIPPI 7
L’uomo della provvidenza che non ti aspetti. Sotto lo scetticismo generale di tutti il secondo di Boscaglia, alla sua prima esperienza da allenatore della prima squadra, ha fatto letteralmente rinascere una squadra demotivata e scarica portandola a migliorare una classifica fino a quel momento deficitaria e arrivando a giocare degli ottimi play-off che per qualche settimana hanno fatto sognare l’impresa a buona parte del tifo cittadino. Semplicità, armonia e 3-4-2-1 calzante a pennello sono state le ricette del tecnico di Partinico, che in poche settimane ha fatto quello che Boscaglia non è riuscito a fare per tutto il campionato ovvero fare del Palermo una Squadra con la s maiuscola, arrivando a chiudere la stagione regolare con una media di 2 punti a partita alla pari con le migliori squadre del girone. Se la scelta della società dovrà essere quella di investire il giusto senza stravolgere le cose il Palermo non può non ripartire dal tecnico che ha sorpreso tutti e che, al netto di alcuni errori dettati dall’inesperienza, ha fatto tornare a sorridere la Palermo calcistica.
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