«Volevo portare Chiellini a Palermo, la Juve ce lo soffiò»
Parla Rino Foschi. L'ex ds del Palermo, adesso in casa a Cesena per l'emergenza Coronavirus, in un'intervista rilasciata al Giornale di Sicilia torna a parlare del suo passato in rosanero dai colpi migliori ai rimpianti, passando per il suo rapporto con Maurizio Zamparini e il triste epilogo del club rosa:
«C’è chi ci ha guadagnato, purtroppo. Mi spiace tutto quello che è successo in quell’anno, da Follieri agli americani. Si era interessato anche Commisso, ma non l’avrebbe mai preso. Alla fine l’accordo l’hanno trovato con Tuttolomondo e io non volevo. Il resto lo sapete. L’iniziativa degli ex rosa per aiutare Palermo? Sì lo sapevo e voglio partecipare anche io. Solo Zaccardo fra i campioni del mondo? Eh no, devono montar su tutti. Mi rivolgo a Toni, Barzagli, Barone e Grosso. La città di Palermo ha dato loro tutto e devono partecipare per quelle famiglie».
BALZARETTI E MICCOLI
«Balzaretti alla Fiorentina non giocava quasi mai, ma a Corvino diedi la stessa cifra che spese per acquistarlo. Però Corvino mi aveva dato in precedenza sei milioni per Santana, lasciando perdere le scintille che ci sono state in passato. Certo, m’ha fregato Kuzmanovic e per Chevanton ha fatto i suoi interessi, ma la nostra è stata una sfida seria. La trattativa per Miccoli con Moggi? Con lui i rapporti erano discontinui. Una volta, il giorno di un Napoli-Palermo nel 2008, Zamparini se la prese per una mia intervista in cui dissi che Amauri l’avrei venduto per 20 milioni. Io la trattativa la facevo con Secco per la Juventus, Zamparini invece ascoltava Moggi, secondo cui a quelle cifre non avrei mai chiuso. Alla fine ho preso 14 milioni, Nocerino e Lanzafame».
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IL RIMPIANTO
«Il mio unico rimpianto è Chiellini, lo avrei portato a Palermo dopo la promozione in A. Una delle ultime partite di campionato la facemmo contro il Livorno e a fine gara mi raccomandai con lui, era contentissimo di venire qui. Alla fine la Juventus ce lo soffiò. Se invece devo pensare ad un accordo quasi sfumato e poi raggiunto penso a Zauli. Zamparini lo vide in un’amichevole col Vicenza e lo volle a tutti i costi. Col giocatore trovai subito l’accordo a voce, ma Sagramola, che era il dg del Vicenza, mi disse: “Rino, tu hai un difetto, il tuo presidente è pieno di soldi. Vogliamo 5 milioni”. Dissi a Zamparini che non lo avremmo preso e solo all’ultimo giorno ci riuscimmo, alle mie condizioni».
ZAMPARINI
«Ha sempre messo becco ovunque. Con lui ho preso solo due allenatori: Colantuono e Arrigoni, quest’ultimo veramente per caso. Dopo l’esonero di Glerean, stavo trattando con Cavasin. Siccome continuava a chiedermi un milione, me ne tornai a casa a Cesena e al bar, per prendere un caffè, trovai Arrigoni. Gli chiesi di venire e venne. Lite con Zamparini che ricordo di più? Me ne viene in mente una per Papadopulo. Un amico a Milano mi disse che Zamparini lo ha già preso, io gli rispondo che avrei dovuto saperlo, essendo il ds. Sta di fatto che quella domenica perdiamo col Siena e nel post-partita, a Sky, mi dicono che Delneri è stato esonerato. Chiudiamo l’intervista e divento una bestia. L’indomani vado a casa di Zamparini, arrivò lì e trovo Papadopulo. Neanche lo saluto, lo insultai e Zamparini mi tirò una sberla. Successe il finimondo e di fatto fui licenziato. Papadopulo vinse in Coppa Italia col Milan all’esordio, poi dopo il mercato non tornai a Palermo e in campionato pareggiammo a Reggio Calabria. Zamparini a quel punto mi chiama: “Hai visto che ha combinato? Devi tornare giù”. Sono tornato, ma con Papadopulo neanche parlavo, tant’è che per l’anno dopo riprendemmo Guidolin».
ALLENATORI
«Una sera sembrava fatta con Claudio Ranieri. Lo cercammo nel 2007, prima che arrivasse Colantuono, quando allenava il Parma. Zeman invece mi invitò a casa sua a Roma, sarebbe stato disposto a venire. Ma quello era un altro Palermo, era come l’Atalanta di oggi».
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