Fede rosanero: ci vuole un fisico bestiale
È necessario essere abituati alle cose fatte male, alle speranze disattese. Per essere tifosi del Palermo serve una corazza dura
È necessario essere in possesso di un dna tenace e resistente agli urti; essere abituati al disordine, alle cose fatte male, alle speranze disattese, ai fallimenti; per essere tifosi del Palermo serve una corazza dura, che si graffia ma non si rompe. Altrimenti non è facile.
Si passa con estrema serenità dai sogni europei alle istanze di fallimento, un saltello a piè pari dai progetti del nuovo modernissimo stadio allo spettro della radiazione: un saliscendi perpetuo, a metà tra la gloria e la vergogna, da sempre in equilibrio precario tra santi e demoni.
Ma il tifoso rosanero, naturalmente abituato, resiste.
E sarà servita davvero un’armatura inscalfibile per non “perdere la fede”, se poco più di sei mesi fa si dava inizio alle danze nel “Gran ballo del closing” - trovato il titolo, c’è da scrivere la sceneggiatura e proporla ai fratelli Vanzina.
Il nuovo “Barbera”, un centro sportivo all’avanguardia, il merchandising in America, la Force India e Vogue, Claudio Ranieri, #happypalermo, eccetera eccetera, tutto svanito in un laconico “offerta ridicola”.
Nel frattempo, i tifosi rivolgevano l’occhio libero al campionato più tragicomico della storia recente del Palermo: mentre in società si costruivano castelli di sabbia, la squadra retrocedeva con calma e senza ostacoli.
E se la delusione per il non-closing non avesse colto nel segno? Nessun pericolo: c’è la Guardia di Finanza.
Così, dal nuovo stadio con le monoposto indiane in esposizione e migliaia di turisti in maglia rosanero si è passati alla serie B con il proprietario sotto inchiesta per reatucci da nulla come autoriclaggio e falso in bilancio.
Ma l’ascensore non si ferma mai. E con l’avvento di Tedino, con una campagna acquisti magari fortunata ma senz’altro riuscita e grazie ai risultati positivi seppur altalenanti, la piazza rosanero ha visto una piccola fiammella in mezzo a tanto buio pesto: i polacchi sorprendenti, la ritrovata energia di Rispoli, le inaspettate affermazioni di Chochev e di Struna, la carica e i gol di capitan Nestorovski. Persino Cascio e Viola in trattativa ed “a buon punto” per acquisire la società. Si è potuto parlare di calcio e di legittime aspirazioni al successo con un organico di livello; qualcuno è tornato al “Barbera”, qualcun altro no, ma ha dovuto ricredersi sulle potenzialità della squadra. Sempre avvolti dall’ombra della protesta che vuole Zamparini via da Palermo, ma sotto una luce diversa.
Ed ecco che, puntualmente, arriva la batosta: depositata istanza di fallimento.
Ma come? Risponde la Procura: cari tifosi del Palermo, le “normali procedure di ottimizzazione di bilancio” di cui aveva parlato il patron non sarebbero per nulla normali, né regolari, né legali; il buco è di 70 milioni, è stato rattoppato proprio male e c’è il rischio radiazione. Touché.
Che la giostra si sia fermata qui? Ce lo dirà il Tribunale, quando ad udienza avvenuta, emetterà una sentenza.
I tifosi rosanero intanto aspettano di sapere se la caduta questa volta farà male, o se una risalita è ancora possibile.