Avellino-Palermo: cronaca di un campionato disgraziato

Che campionato assurdo e disgraziato.
Queste sono le prime parole a caldo che emergono dopo la sconfitta del Palermo al “Partenio” contro l’Avellino, terza forza del torneo.
Boscaglia conferma il 4-3-3 ma fa dei cambi a sorpresa e abbastanza particolari, a sinistra infatti Doda prende il posto di Crivello e Broh parte dal primo minuto a scapito di Odjer. Nei primi trenta minuti di gara si è visto forse il miglior Palermo della stagione: cattivo, coraggioso, primo in tutte le seconde palle e nettamente più in palla rispetto ad un Avellino che fatica a prendere le misure e ad impensierire la retroguardia rosanero. La prima frazione di gioco sembrava davvero dare la sensazione che quella continuità con la prestazione contro la Ternana potesse realmente concretizzarsi, mostrando progressi seppur si denotino ancora le solite difficoltà realizzative in attacco.
Nella ripresa, dopo una prima frazione convincente, arriva la peggiore delle docce fredde quasi come si ci fosse una maledizione sopra le teste dei giocatori rosanero: Silvestri dopo un rimpallo a centrocampo colpisce dai sessanta metri di prima intenzione, Pelagotti sbaglia a leggere il rimbalzo del pallone e questo si infila in rete nella maniera giù assurda e distruttiva possibile. Distruttiva perché il Palermo convincente del primo tempo sparisce dal campo, la botta psicologica è talmente forte da non riuscire più a riprendersi lasciando il campo da un Avellino che fa il compitino di gestione del risultato provando in un paio di volte a chiudere la gara.
Niente da fare, il Palermo proprio non riesce ad uscire dal tunnel di questo campionato letteralmente disgraziato. Questa sconfitta non vuol dire non riconoscere le colpe, già più volte annunciate, di tutti i componenti del mondo Palermo ma sottolinea il fatto che nei momenti dove i rosa sembrano vicini ad uscire da questa impasse di delusione arriva spesso la “serie di sfortunati eventi” che aggrava ancor di più una situazione già complicata alla base. La sensazione che lascia questo match è di profonda amarezza, di dispiacere per dei ragazzi che per quello che hanno fatto vedere nel primo tempo tutto meritavano tranne che una sconfitta, ma anche di rabbia perché il blackout dopo il gol conferma che forse, di problemi interni al Palermo, ce ne potrebbero essere più di quanto si possa pensare.