«Spensieratezza e personalità». Il diktat di mister Agovino
Dopo la convincente vittoria con l'Acr Messina il Palermo si avvicina alla delicata trasferta di Giugliano. I gialloblu sono protagonisti di un inizio di stagione entusiasmante e il fatto che si tratti di una neopromossa premia ancora di più il lavoro posto in essere dal tecnico Massimo Agovino.
Per parlare del momento in casa Giugliano Calcio e analizzare la prossima sfida proprio contro la capolista rosanero, abbiamo raggiunto telefonicamente l'allenatore campano.
In casa siamo da primato, forse l’unica squadra in Italia che ha vinto tutte le partite. Fuori, invece, abbiamo un percorso diametralmente opposto.
Paradossalmente in alcune trasferte, vedi Marsala e Biancavilla, abbiamo fatto le migliori prestazioni in assoluto per quanto concerne la produzione di gioco, però siamo usciti sconfitti.
Non so, probabilmente fuori casa siamo anche meno fortunati: certo è che siamo come Dottor Jekyll e Mr Hyde e quindi dobbiamo dare al più presto un cambio di rotta.
Continua…
Noi nasciamo per divertirci. È questo che mi è stato detto quando ho iniziato la stagione sulla panchina del Giugliano, ovviamente ottenendo la salvezza senza passare dai play out.
Nel tempo la classica asticella si è alzata, forse la mia squadra ha patito tutto questo e ciò si è riversato nel rendimento esterno.
Come si affronta il Palermo?
Certamente a cuor leggero con la spensieratezza che è fondamentale in certe gare.
Contro i rosanero tutte le squadre vogliono disputare la partita della vita e così sarà domenica per noi.
Il Palermo troverà la cosiddetta guerra sportiva allo stadio Vallefuoco, com’è normale che sia.
Quindi?
Bisogna star sereni perché non abbiamo nulla da perdere. Dobbiamo sfoggiare la nostra solita prestazione in casa, fatta di tanta personalità.
Con tutto il rispetto per il Palermo il nostro deve essere il consueto atteggiamento come se fosse un match “normale”. Questo non per mancanza di rispetto nei confronti dei siciliani ma perché un appuntamento del genere ti dà la carica di per sé, non serve che sia io allenatore a conferire ancora più tensione ai miei ragazzi.
I miei li ho visti pronti e motivati al punto giusto, anzi serve che stia sereno per trasmettere tranquillità e spensieratezza al gruppo.