«Palermo? Per costruire la squadra non dormivamo la notte»

«Palermo? Per costruire la squadra non dormivamo la notte»

 

 

Il Palermo, dopo il fallimento della vecchia società, è ripartito grazie alla Hera Hora  di Dario Mirri e Tony Di Piazza.

 

Una squadra affidata a Rosario Pergolizzi e allestita in pochissimo tempo dall’amministratore delegato Rinaldo Sagramola e dal direttore sportivo Renzo Castagnini.

 

Intervenuto ai microfoni di tuttomercatoweb, il ds rosanero ha così parlato del suo arrivo a Palermo e del rapporto con Sagramola:

 

 

«Con Rinaldo abbiamo lavorato insieme, c’è un feeling particolare, ci conosciamo bene. Però non conoscevo la categoria, non sapevo cosa fosse. Ero terrorizzato, poi quando cominci a lavorare tutto cambia. Quando brancoli nel buio non puoi sapere il valore di quello che vai a costruire. Qui c’è una responsabilità importante –continua-. Se vinci hai fatto il tuo, se non vinci sei un coglione. Si può dire? È così, è la verità, non è semplice».

 

INNESTI

«Dellafiore si è allenato con noi per qualche tempo, poi abbiamo preso Lancini, Crivello, più giovani. Abbiamo deciso di puntare su di loro anche per la futuribiltà, anche se Dellafiore aveva fatto bene».

 

OBIETTIVO

«L’obiettivo? È ovvio, abbiamo costruito per la Serie C. Non possiamo nemmeno però pensare di smantellare ulteriormente la squadra l’anno prossimo cambiando 27 giocatori. Siamo contenti, c’è un impianto di livello. Questa squadra non è così lontana da una B».

 

PALERMO

«Ci siamo messi lì, abbiamo fatto un sacco di telefonate, tutti i giorni. Poi una cernita, era già agosto, non potevi scegliere. Devi andare su quelli rimasti, abbiamo avuto la fortuna, con Sagramola, di scegliere giocatori che avevano fatto la Serie B. Palermo li attraeva. Non dormivamo la notte –ammette il ds Castagnini-. È stata l’esperienza più stressante da quando faccio questo lavoro. Abbiamo incominciato il 5 agosto, il campionato era l’1 settembre. Non puoi arrivare senza squadra, a Palermo non puoi abbozzare, devi vincere subito. A Brescia finiva il campionato, costruivi pian piano. Qui dovevi vincere la prima partita, fare risultato subito, senza conoscere la categoria».

 

CENTRO SPORTIVO

«Il presidente lo farà presto. Magari passerà un anno. Allenarsi a Carini, pur se coccolati, è un limite perché per fare le cose in grande serve il centro sportivo. Sarà una cosa veloce. Ventimila persone allo stadio? Non voglio regalare sviolinate, non ne ho bisogno, ma è grazie al presidente Mirri. È una persona straordinaria, un tifoso».

 

CAMBIO DI PROPRIETÀ

«Bisogna vivere il momento, cercare di fare risultato. I palermitani vogliono loro concittadini, questa è la chiave di questo entusiasmo. Vinci un campionato, ma poi devi vincere quello dopo. Il sogno è di fare come il Parma, lavorare per quello. Ce lo impone la città, con 20 mila spettatori, che possono diventare 30. È una responsabilità».